Tiziano veramente è stato il più eccellente di quanti hanno dipinto:
poiché i suoi pennelli sempre partorivano espressioni di vita
(Marco Boschini, 1660)
Dal 25 aprile al 2 novembre 1935 Venezia celebrò Tiziano Vecellio in una fondamentale mostra a Cà Pesaro, impressa nella memoria delle grandi mostre esemplari.
Trascorso quasi un secolo, e dopo decine e decine di esposizioni che hanno indagato compiutamente e capillarmente le diverse fasi della carriera del pittore, le Scuderie del Quirinale propongono una mostra antologica per evidenziare l’intero arco d’attività di quello che è universalmente riconosciuto come uno dei massimi interpreti del Cinquecento europeo. Iniziando dai primi capolavori compiuti nelle botteghe di Giovanni Bellini e Giorgione, si potrà seguire il percorso umano e artistico di Tiziano fino alle ultime, struggenti tele.
Un vero e proprio ‘viaggio della visione’ che svelerà quella stupefacente tecnica tizianesca già ammirata da Giorgio Vasari quando osservava come le prime opere del maestro veneto siano “condotte con una finezza e diligenza incredibile, e da essere vedute da presso e da lontano; le ultime, condotte di colpi, tirate via di grosso e con macchie (..) e di lontano appariscono perfette”.
Tiziano esordisce a Venezia all’inizio del Cinquecento con una pittura straordinaria, incurante delle norme già scritte. E’ la saturazione del colore a suggerire la profondità e le distanze che si ricostruiscono come un mosaico, a piccole macchie o per tocchi e sfregature di pennellate, impercettibili segni in grado di riverberare le emozioni dei personaggi. Sono le “crespe delicate e volanti, bruciature, liquefazioni lievi, tocchi brulicanti, che rammentano le dolorose cicatrici del Cézanne quando cercava di “réaliser”; ciò che a Tiziano riusciva senza pena”, nelle parole del grande critico Roberto Longhi.
Con il passare degli anni le tinte si smorzano, i colori si velano e calano sempre più le tenebre per giungere a un Tiziano che, alla fine della vita, dipinge per lo più con le dita, mescolando i colori sul supporto, in composizioni caratterizzate da una struggente spiritualità e da una spiccata teatralità.
Indifferente alle mode e ai movimenti artistici, attento soprattutto alla verità emotiva delle sue figurazioni, Tiziano sarà consacrato agli occhi del mondo come il pittore sommo del suo tempo e il ritrattista di tutti i potenti del mondo.
Si tratterà di una grande mostra, quindi, posta a suggello del decennale percorso dedicato dalle Scuderie del Quirinale ai protagonisti veneti della rivoluzione pittorica moderna – da Antonello da Messina a Giovanni Bellini, da Lorenzo Lotto a Tintoretto – che ha consentito di riportare all’attenzione degli studi e del grande pubblico il ruolo cardine di Venezia per il rinnovamento della cultura italiana ed europea. Una mostra che coronerà la restituzione del ruolo primario della città veneta nella sua centralità sul piano geografico, economico e culturale tra Oriente e Occidente e che, come sempre alle Scuderie del Quirinale, recupererà un altro brano esemplare della nostra storia dell’arte.
Fonte:
www.romeguide.it
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